La cascata di sangue

Posto un articolo che tempo fa aveva scritto un nostro ex compagno di clan, SilverSpark

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4 Aprile 2018. Una giornata come tante per i più, ma non per il clan Urukususu. Il 4 Aprile 2018 viene ricordato come “Il giorno della Cascata di Sangue”, uno dei giorni più bui dalla nascita del migliore clan italiano in circolazione.

La giornata iniziò come tutte le altre, in tranquillità, due missioni si erano già concluse con successo, nessuno poteva sospettare della tragedia che si sarebbe sviluppata da li a pochi minuti.

Il seme della catastrofe fu piantato alle 14:59: sottratto il cellulare a Burundi, MHR|Legion promuove a Gran Maestro SilverSpark. “Onore e Gloria”, quindi acclama giocoso, ma ancora non sapeva che la sua burla si sarebbe presto trasformata in qualcosa di spaventevole.

SilverSpark fu preso alla sprovvista. “Cosa dovrei fare di tutto questo potere? Potrei far partire una kickstorm, o una promostorm…. No, forse dovrei solo instaurare una dittatura illuminata”. L’idea della dittatura illuminata piacque anche agli altri membri del clan, tra cui Grampa, che affermò: “tutte valide opzioni, ma mi piacerebbe vedere la dittatura illuminata”. E così fu messa in atto: Kirito, Arkantos, Cisco e il destituito per giuoco Burundi furono retrocessi da Master a Capitani. Fu divertente. Era una simpatica goliardata. Tutti ridevano. Doveva finire lì, ma purtroppo non fu così

SilverSpark solo aveva tra le mani tutto il potere del clan. Lui solo poteva modificare le impostazioni del clan. Lui solo poteva scrivere nella bacheca del clan. Lui solo poteva promuovere di nuovo i Master retrocessi e restituire la corona al legittimo proprietario. SilverSpark si sentì potente. Troppo potente. E si sa, il potere corrompe chi non è degno. Un’ombra oscura avvolse la mente del neo eletto Gran Maestro, e presto la dittatura illuminata si trasformò in un vero incubo.

“reTrOCediii TutTii a RecLUteeEee….” sussurrava tentatrice l’ombra. All’inizio il dittatore resistette all’allettante proposta solo grazie alla sua pigriz*COFF COFF* forte integrità morale, ma l’ombra continuò, e alla fine la mente dell’uomo SilverSpark cedette. E partirono le retrocessioni selvagge, un compagno dopo l’altro veniva spogliato dei propri titoli guadagnati con fatica. 32 retrocessioni tinsero la chat in game come una cascata di rosso sangue.

SilverSpark-ombra aveva raggiunto il suo obiettivo: nel clan erano rimaste solo reclute; 48 reclute che non potevano fare nulla se non obbedire e servire l’unico, solo e potente Gran Maestro. “cHE beL QUadrEtTo”, commentò sedendosi sul trono.

Tutto sembrava ormai perduto, quando degli uomini coraggiosi si fecero avanti.
“Conosciamo il tuo punto debole” disse Arkantos.
“Prestigerò all'11631 in tuo onore Silver” esclamò Burundi.
“Ops, per scrivere ho superato l’11400” concluse Cisco.
Il disordine, l’asimmetria, i max stage che non terminano per 0 o per 5 sono veleno per SilverSpark, e lo stesso vale per il suo lato più oscuro.
L’ombra sentì il controllo sulla mente di SilverSpark vacillare.

“VERRÀ INFLITTO IL KICK A CHIUNQUE NON AVRÀ UN MAX

STAGE MULTIPLO DI 10, SI AVRÀ TOLLERANZA PER I MAX

STAGE MULTIPLI DI 5“, tuonò, cercando di fermare la rivolta.

Quindi arrivò il colpo di grazia: “Livellerò a muzzo eroi

ed artefatti” disse Crash beffardo.

L’ombra fu colpita nel profondo da quelle parole e SilverSpark

riuscì finalmente a riprendere il controllo delle sue azioni.

“NOOOO PER CARITÀ, ADESSO RIMETTO TUTTO A POSTO,

MA NON FATE COSE AVVENTATE”. E così cominciò la restaurazione

aurea che segnò l’inizio della fine di questa tragedia di cui

nessuno parla e che durò poco più di un’ora. Tutti i titoli

furono resituiti ai membri cui erano stati sottratti fino a quando anche la corona del Gran Maestro non tornò nelle mani di Burundi, alle 16:18 dello stesso giorno, che concesse clemenza al povero Master che fu soggiogato dal peso della corona che per gioco gli fu messa in testa.

Tutto è bene quel che finisce bene; da grandi poteri derivano grandi responsabilità; ohana significa famiglia e famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato.